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Come riconoscere l’erba buona

Pubblicato Da: Veronica / Pubblicato Il: 08 nov, 2019

Acquistare erba buona e di qualità non è certo un fattore da sottovalutare: è infatti proprio la qualità della cannabis a garantire un’esperienza ricreativa legata all’assunzione, piacevole ed appagante.

Acquistare erba buona e di qualità non è certo un fattore da sottovalutare: è infatti proprio la qualità della cannabis a garantire un’esperienza ricreativa legata all’assunzione, piacevole ed appagante. Tuttavia, specie per chi assume marijuana saltuariamente o risulta ancora “profano” alla materia vegetale, riconoscerne le caratteristiche semplicemente a colpo d’occhio può non essere così immediato e intuitivo.

Valutare l’erba di buona qualità limitandosi al solo aspetto visivo potrebbe di fatto risultare fuorviante: proprio per questo occorre fumarla, vaporizzarla o assumerla attraverso ricette sfiziose con la marijuana per poter trarre le dovute conclusioni basandosi anche e soprattutto su fattori quali la percezione aromatica e ovviamente i relativi effetti dati dalla concentrazione di THC e ulteriori cannabinoidi, peculiarità tra le principali che possono definirne concretamente la qualità.

Abbiamo realizzato una guida volta a raccogliere i consigli degli esperti su come riconoscere marijuana di qualità: di chi la produce e di chi la consuma. 

In questo modo sarà possibile identificarne più facilmente ogni aspetto, valutandolo in maniera realmente oggettiva, evitando il rischio di investire denaro su materia vegetale destinata a rivelarsi molto poco soddisfacente.

Quando l’erba è buona: riconoscere la marijuana di qualità

Sono molteplici i fattori che occorre considerare al fine di riconoscere l’erba buona e di notevole qualità: tra i principali compaiono senza dubbio l’odore e l’aroma così come l’aspetto e la struttura dell’infiorescenza, fino ad arrivare alle sensazioni e agli effetti percepiti a seguito dell’assunzione. È principalmente la quantità di tricomi presenti sull’infiorescenza e sovente visibili ad occhio nudo, a rappresentare l’indicatore principale in grado di quantificare la reale “potenza” della cannabis, non solo sotto l’aspetto euforizzante ma anche per quanto concerne le proprietà terapeutiche e mediche.

Tonalità che spaziano dal marrone spento al verde lime un po' sbiadito sono generalmente sinonimo di bassa qualità della materia vegetale. La natura fornisce spesso innumerevoli indizi visivi circa lo stato di maturazione e conservazione dell’erba.

Determinata poi la qualità, viene da sé che a fare la differenza sarà ovviamente la preferenza personale legata alla varietà di marijuana. Tuttavia è opportuno sottolineare che un’ottima esperienza multisensoriale appare ovviamente condizionata dalla qualità della materia vegetale stessa, dalla quale si potranno trarre aromi marcati, sapori intensi ed effetti potenti e facilmente percepibili dal neofita così come dall’assuntore abituale. Ecco dunque di seguito, tutti gli indicatori che possono aiutare a identificare le cosiddette infiorescenze “top shelf”, ovvero di ottima qualità, distinguendole dalle cime “shwag”, di scarsa qualità e decisamente meno appaganti.

Odore e aroma

L’odore, così come l’aroma emanato dalle infiorescenze di cannabis, se coltivata secondo tutti i criteri necessari a garantirne l’oggettiva qualità, dovrebbero risultare pungenti e facilmente identificabili dal caratteristico sentore “skunky” che generalmente varia da dolciastro a terroso fino a somigliare addirittura al diesel data la massiccia presenza di terpeni. Qualora invece le cime non risultino particolarmente aromatiche o l’odore somigli anche solo vagamente al fieno, questo implica quasi certamente una marijuana mal coltivata o comunque mal conservata. 

Attraverso l’aroma è possibile individuare con una certa facilità anche la varietà di cannabis esaminata: se detiene profumi intensi che ricordano il cioccolato o il caffè, si tratta di cannabis indica. Diversamente se i sentori ricordano gli agrumi e presentano un certo grado di acidità, si è in presenza di cannabis sativa. I ceppi ibriditendono a presentare in linea generale un vero e proprio mix aromatico assunto da entrambi i profili genetici.

Cosa evitare

È opportuno evitare infiorescenze che odorino di fieno o non presentino alcun odore percepibile a olfatto. L’intensità aromatica è strettamente correlata alla potenza dell’erba e al relativo contenuto di terpeni: se appare scarsa, la marijuana conseguentemente non sarà caratterizzata dall’ottima qualità richiesta.

Colorazione delle infiorescenze

Per comprendere la reale qualità dell’erba, è opportuno valutare anche il caratteristico colore delle infiorescenze: se realmente buona, l’erba dovrebbe apparire di colore verde, a prescindere dalla sfumatura e declinazione ma mai presentare toni del marrone. Tale tonalità può infatti variare dal verde più chiaro e freddo a verde scuro e intenso, accompagnato da sfumature che in genere spaziano dal viola, al rosato e dorato. 

Anche comprendere se la cima proviene da una pianta sana è relativamente semplice: se le sfumature appaiono viola, rosa o bluastre, tale fattore ne garantisce la qualità. Se al contrario predominano rosso ruggine, marrone chiaro o giallo, la pianta potrebbe essere stata pregiudicata da parassiti o muffe, o non coltivata in maniera corretta. Qualora poi le infiorescenze appaiano lievemente sbiancate, a prescindere dalla presenza di tricomi, potrebbero essere state vittima di una leggera bruciatura, condizione di crescita sfavorevole che avviene qualora la pianta venga sottoposta a una luce ad altissima intensità. La qualità di tale materia vegetale risulterà di conseguenza scarsa analogamente all’esperienza di assunzione mediante inalazione o vaporizzazione.

Cosa evitare

Sono dunque da evitare le cime che presentino un colore marrone, ruggine, giallo, rosso o biancastro. La cannabis di qualità è generalmente di colore verde e dispone di una vasta gamma di sfumature che ne garantiscono un’esperienza d’assunzione pienamente soddisfacente.

Struttura delle infiorescenze

Come regola generale, le infiorescenze di cannabis indica dovrebbero apparire strette e dense, mentre le cime di cannabis sativa più leggere e soffici. 

Tuttavia, se le piante sono coltivate in maniera poco accurata, le infiorescenze indica possono assumere un aspetto del tutto simile alla specie sativa, apparento aperte, corrotte e con i piccoli steli che generalmente le tengono unite e compatte, visibili. I ceppi ibridi tengono ad assumere entrambe le caratteristiche.

Occorre in questo caso essere consapevoli che, le infiorescenze di varietà sativa sono generalmente ricoperte da pistilli di colore arancione/rosso, differenziandosi in questo modo dalla varietà indica. Per riferimento, le cime di cannabis sativa sono in genere coperte da più pistilli (piccoli peli arancione / rosso) rispetto alle cime di marijuana legale indica, ripartiti uniformemente sull’intera infiorescenza senza spazi diradati o del tutto privi degli stessi.

Cosa evitare

È importante evitare l’utilizzo di cime dagli steli visibili, aperte e troppo poco dense. Le infiorescenze sativa sono compatte e dense mentre, nelle varietà sativa sono più soffici e ricche di pistilli.

Taglio delle infiorescenze

Dopo il raccolto, le infiorescenze di cannabis legale devono essere ripulite accuratamente al fine di eliminare le foglie che le circondano: se di qualità sarebbe opportuno rimuovere la materia vegetale in eccesso sempre manualmente, senza avvalersi di macchine o strumenti meccanici, questo poiché gli strumenti da taglio tendono a pregiudicarne l’integrità, corrompendo i tricomi presenti. Da evitare dunque le infiorescenze ripulite meccanicamente così come quelle ancora dotate di fogliame, entrambi indicatori di pratiche di coltivazione affrettate, grossolane e poco accurate.

Cosa evitare

Importante evitare infiorescenze che non sono state ripulite accuratamente o visibilmente alterate dall’utilizzo di macchinari da taglio meccanici: la cannabis di qualità viene generalmente ripulita a mano in modo tale da preservarne i tricomi e la completa integrità.

Quantità di tricomi

L'obiettivo della cannabis coltivata in maniera corretta, è produrre infiorescenze ricche di tricomi maturi, i piccoli cristalli visibili sulla relativa superficie, questo poiché rappresentano i depositari dei cannabinoidi e dei terpeni

La densità del tricoma è relativamente semplice da distinguere ad occhio nudo: infiorescenze di qualità ne saranno completamente ricoperte mentre, se di scarsa qualità, saranno costituite da piccole superfici vuote o comunque piuttosto diradate. Al contrario, il punto di maturazione del tricoma, appare ostico da valutare senza l’ausilio di una lente d'ingrandimento in grado di mostrarne colore e dimensione.

A determinare la scarsa qualità dell’erba è generalmente la raccolta prematura o affrettata delle infiorescenze o al contrario l’eccessiva maturazione delle stesse, specie in presenza di canapa sativa che presenta periodi di fioritura piuttosto lunghi. Ecco che il caratteristico colore della testa del tricoma ghiandolare rappresenta l’indicatore più efficace per determinarne la maturità: idealmente dovrebbe apparire bianco lattiginoso, lievemente ambrato. Qualora risulti più chiaro, attesta che le infiorescenze sono state raccolte con eccessivo anticipo rispetto alla maturazione mentre se troppo ambrate, la stessa si protratta al contrario troppo a lungo, pregiudicando in entrambi i casi la qualità della materia vegetale ottenuta.

Cosa evitare

Necessario evitare infiorescenze che non appaiono “ghiacciate”, costellati cioè da tricomi del tutto simili a una leggera brina invernale: in questo caso non saranno sufficientemente maturi e quindi poveri di cannabinoidi.

Presenza di tratti ermafroditi

L’erba di qualità deriva da piante di cannabis femminili, questo poiché quelle maschili generano esclusivamente semi di marijuana, risultando inadatte all’assunzione. Qualora la pianta sia sottoposta a fonti di stress o non venga coltivata adeguatamente o per periodi di tempo eccessivamente prolungati, può presentare tratti ermafroditi: una caratteristica poco desiderabile poiché origina infiorescenze di bassissima qualità.

Tale stress induce la pianta ad autoimpollinarsi nel tentativo di riprodursi, nel momento stesso in cui percepisce la propria morte come imminente, generando in questo modo caratteristiche ermafrodite. Le infiorescenze che ne derivano, rappresentano un vero e proprio ibrido: possono apparire ricche di tricomi, presentare gli aromi caratteristici ma costituire anche i semi esattamente come avviene nelle genetiche maschili. Viene da sé che non possono essere fumate poiché particolarmente sgradevoli.

Cosa evitare

Da evitare le infiorescenze che vedano la presenza di semi: la cannabis di qualità viene prodotta unicamente da genetiche femminili. Caratteristiche maschili indicano al contrario che la pianta è stata coltivata sotto stress e la qualità delle gemme sarà sostanzialmente inferiore.

Presenza di parassiti e muffe

È facile comprendere che la cannabis di qualità presenta infiorescenze del tutto prive di muffe e parassiti, inconveniente che può verificarsi qualora la marijuana presa in esame, risulti di dubbia provenienza. La muffa tende a manifestarsi mediante una sorta di polvere grigia e biancastra a seconda de parassita fungino. Insetti quali mosche bianche, acari, afidi e moscerini, possono invece rilasciare materia fecale sulle infiorescenze, pregiudicandone ovviamente la qualità. Viene da sé che la materia vegetale in entrambi i casi non potrà essere in alcun modo assunta.

Cosa evitare

Necessario anche in questo caso evitare infiorescenze corrotte da muffe o che presentino residui di materia fecale ivi depositata da acari e parassiti.

Sia il neofita che l’assuntore di cannabis abituale deve essere consapevole che piante sane e coltivate in maniera consona, sono le sole a poter offrire erba buona e di altissima qualità, questo poiché dispongono di maggiori possibilità di dare vita a infiorescenze particolarmente ricche di cannabinoidi e quindi maggiormente soddisfacenti e appaganti durante l’utilizzo.

Importante prestare sempre estrema attenzione durante l’acquisto, prediligendo fonti sicure e affidabili in grado di disporre di materia vegetale ricavata da coltivazioni doverosamente curate secondo tutti i protocolli previsti e preferibilmente certificata. Meglio dunque non lesinare mai sul prezzo dell’erba, valutando che siano presenti tutte le caratteristiche sopra elencate, importanti indicatori che possono aiutare a riconoscere un prodotto di qualità, lo stesso che è in grado di assicurare un’esperienza d’assunzione assolutamente “stupefacente”.

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Pubblicato Da: Veronica
Pubblicato Il: 08 nov, 2019

 SEO Copywriter e Social Media Strategist, credo da sempre nel potere delle parole e della scrittura persuasiva, entrambi strumenti imprescindibili per una strategia efficace e di valore.

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