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Appassionati di Musica e Cannabis: Qual è la Connessione?

Pubblicato Da: Antonio / Pubblicato Il: 16 feb, 2023

Connessione musica cannabis

È innegabile che alla maggior parte dei consumatori di cannabis piaccia ascoltare musica e indipendentemente dal genere musicale, c'è una linea sottile che lega il ritmo, i suoni e i testi della musica con gli effetti associati all'uso della cannabis.

Anche se è difficile stabilire in modo definitivo qual è il legame, ci sono ricercatori che hanno fornito interessanti teorie su ciò che influenza la cannabis nel mondo della musica.

Ciò che è certo è che la cannabis ha un effetto sul cervello e sul corpo e questi effetti possono essere le ragione per cui possiamo percepire il suono della musica con sensazioni più elevate.

Molti musicisti hanno espresso la loro forte affinità con la cannabis, citandola come fonte emotiva e intellettuale di piacere e ispirazione, per il loro lavoro, sia nella creazione di testi e sia nella composizione di musica.

La domanda che ci poniamo è: cosa lega l'ascolto della musica, nel senso di percepirla come se fossimo immersi in essa, con lo stato di rilassamento indotto dalla cannabis? In questa guida approfondiremo il percorso che lega musica e cannabis per poter trarre una risposta da questo legame.

La cannabis nella storia della musica tra gli anni 30 e 60

La cannabis è stata a lungo un simbolo di libertà e resistenza, sia nel mondo della musica che al di fuori. In passato, molti musicisti jazz venivano arrestati per l'uso della cannabis.

Il percorso storico sull'uso della cannabis ci insegna che per molti ha rappresentato un modo per esprimere la propria libertà e il rifiuto delle convenzioni sociali imposte. Per anni è stata un vero e proprio simbolo di ribellione contro l'oppressione, e i personaggi della musica hanno tratto beneficio per esprimere la propria individualità musicale.

Durante gli anni '30, Louis Armstrong, leggendario trombettista, era un forte sostenitore degli effetti calmanti e creativi della marijuana, che notoriamente registrò in un brano strumentale intitolato "Muggles" nel 1928 (un chiaro riferimento alla marijuana per cui Armstrong avrà una passione per tutta la vita). Essere un sostenitore di una cultura positiva nei confronti dell'uso di cannabis ed essere un brillante musicista nero lo portò ad avere una reputazione di immorale.

Negli anni '60 ci furono importanti cambiamenti nel mondo della musica con forti riflessi sulla società. La cannabis si conferma sempre più come simbolo di libertà e resistenza per coloro che desideravano rompere i limiti sociali. Canzoni celebri di artisti internazionali come "Everybody Must Get Stoned" di Bob Dylan che allude, con un gioco di parole all'uso di cannabis come anche "Pot is Fun" di Allen Ginsberg, sono diventati dei veri e propri inni che hanno rappresentato tantissimi giovani che seguivano questo stile di vita.

La cannabis nella storia della musica dopo gli anni 60 - 70

La chitarra elettrica ha reso possibile diverse evoluzioni del rock tra cui l'introduzione di nuovi elementi come i pedali spacy che hanno dato vita a nuovi riff di chitarra elettrica molto più distorti e inusuali.

Questo genere musicale, raggiunse il suo apice durante la "Summer of Love" del 1967 e il Festival di Woodstock del 1969, dove artisti iconici come Jimi Hendrix e i Jefferson Airplane presentarono la loro musica psichedelica.

L'impatto delle droghe psichedeliche e della cannabis sulla musica rock è diminuito significativamente negli anni '70, ma la marijuana aveva ancora una presenza importante negli stili musicali caraibici come il reggae e la dancehall (danza urbana strettamente legata al movimento Hip Hop).

Tra i più celebri troviamo Bob Marley, il quale è stato uno dei più espliciti sostenitori della cannabis durante il suo periodo ed essendosi convertito nel rastafarianesimo, divenne un grande sostenitore delle proprietà benefiche della marijuana nei suoi effetti più profondi tra cui quelli di aprire la mente e stimolare la meditazione.

La musica Rap negli anni 80 - 90

Durante gli anni '80 e '90, il genere Gangsta Rap (un genere di musica Hip Hop) faceva spesso riferimento al tema cannabis. Tale genere era associato ad una cultura di minoranze emarginate, che fu presa di mira dai conservatori e in particolare durante la guerra contro la droga avviata dal presidente Ronald Reagan. Tra i più celebri rapper citiamo Snoop Dogg, che dalle strade di Long Beach divenne un'icona della cultura popolare.

Cannabis nella comunità musicale di oggi

Oggi molti concetti sulla cannabis sono cambiati, ma il suo simbolo di libertà e resistenza è ancora ampiamente riconosciuto e accettato da molti.

Negli ultimi anni la marijuana è diventata sempre più presente in molti testi musicali di artisti di vario genere.

Oggi, artisti di brani come High by the Beach" di Lana Del Rey, "Smokin' out the Window" di Bruno Mars e "Drankin n Smokin" di Future hanno inserito nei loro testi riferimenti all'uso cannabis.

Ancora più recente e importante è stato l'appello fatto da Fedez e dagli Articolo 31 sul palco di Sanremo. Durante la serata di esibizione delle cover hanno esplicitamente espresso di legalizzare la cannabis durante la celebre canzone "Ohi Maria".

Cosa ci dice la scienza su ciò che collega musica e cannabis?

Questo lungo percorso storico della musica ci spiega il legame tra musica e cannabis. A riguardo ci sono state un paio di dichiarazioni importanti: un'importante testimonianza di un esperto in materia, come Jörg Fachner, professore di musica salute e cervello dell'Anglia Ruskin University di Cambridge (UK), ha discusso sulla relazione tra marijuana e musica in un'intervista su Vice Magazine.

Fachner ha dichiarato che la marijuana funziona come un potenziatore psicoacustico, consentendo un maggiore assorbimento e concentrazione del suono, senza alterare la musica stessa. Ha poi spiegato che, tuttavia, altera il modo in cui percepiamo lo spazio uditivo nella musica.

Un altro esperto come lo psicologo di Daniel J. Levitin, professore di Psicologia e Neuroscienze comportamentali alla McGill University e famoso psicologo musicale, ha discusso sull'impatto della marijuana sul cervello e il modo in cui essa amplifica l'effetto della musica nel suo libro "Il mondo in sei canzoni".

Levitin ha dichiarato che il THC, il principale componente attivo, è noto per attivare i centri naturali del piacere del cervello, ostacolando al contempo la memoria a breve termine. Questa alterazione della memoria a breve termine incoraggia gli ascoltatori ad essere più concentrati nel momento della musica, incapaci di ricordare ciò che è stato appena suonato o di anticipare ciò che potrebbe essere suonato. Di conseguenza, gli effetti del THC tendono a far ascoltare la musica nota per nota.

Ciò che possiamo dedurre da queste testimonianze è che gli effetti della cannabis aumentano il piacere della musica, consentendo all'ascoltatore di essere completamente coinvolto nel suono. La musica si distingue per il fatto che segue un andamento predeterminato nel tempo. Quindi marijuana e musica sono una combinazione ideale per stimolare l'interpretazione creativa dei testi e la produzione da parte dei musicisti.

Il sistema endocannabinoide potrebbe avere un ruolo in tutto questo?

È ormai assodato che la cannabis interagisce con il sistema endocannabinoide, il sistema biologico che regola il dolore, la memoria e l'umore. Di conseguenza, la stimolazione di questo sistema può portare a cambiamenti cognitivi, che potenzialmente si traducono in uno stato mentale più profondo. Questa maggiore consapevolezza potrebbe consentire all'utente di rilevare sfumature nella musica che altrimenti passerebbero inosservate.

Cosa è cambiato oggi?

Oggi, molti aspetti sono cambiati sull'uso della cannabis nell'interpretarla come simbolo di libertà e resistenza contro le politiche repressive del governo. Infatti, il suo utilizzo oggi è semplicemente associato ad un uso ricreativo e medico, in cui la comunità scientifica pone sempre più attenzione ai suoi potenziali benefici.

Tali cambiamenti, sono evidenti anche nei testi normativi che hanno regolato l'uso di prodotti derivati dalla cannabis sativa, disponibili in varietà legali di cannabis con cannabinoidi regolamentati dalla legge, mentre altre varietà contenenti importanti dosi di THC sono limitate all'uso medico.

Il fatto che molti musicisti abbiano dichiarato di essere favorevoli all'uso della cannabis possono essere importanti testimonianze riguardo i suoi effetti rilassanti e nel favorire il processo creativo per realizzare i testi e comporre, mentre per gli ascoltatori, di poter connettersi più profondamente con i suoni della musica.

In Italia, anche se ci sono stati cambiamenti importanti a livello normativo, la posizione del governo con Alfredo Antoniozzi del partito di Fratelli D'Italia è stata chiara nel rispondere all'appello fatto da Fedez e dagli Articolo 31, affermando che "Il nostro governo non legalizzerà mai la cannabis".

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Pubblicato Da: Antonio
Pubblicato Il: 16 feb, 2023

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