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CBD: Mito o realtà? Sfatiamo i Luoghi Comuni e presentiamo i Fatti Scientifici

Pubblicato Da: Marco / Pubblicato Il: 17 giu, 2024

CBD Mitoorealta

Il CBD (cannabidiolo) è diventato un argomento sempre più discusso negli ultimi anni, con un crescente interesse da parte del pubblico e della comunità scientifica.
Tuttavia, attorno a questa sostanza esistono ancora molti miti e pregiudizi che possono confondere le persone

In questo articolo, cercheremo di fare chiarezza, sfatando i luoghi comuni e presentando i fatti scientifici sul CBD.

Cos'è il CBD e come funziona?

Il CBD è uno dei principali cannabinoidi presenti nella pianta della cannabis. 

A differenza del THC (tetraidrocannabinolo), il CBD non ha effetti psicoattivi, cioè non provoca l'effetto "high" associato all'uso di marijuana. 

Il CBD interagisce con il sistema endocannabinoide del nostro corpo, un complesso network di recettori che regola diverse funzioni fisiologiche come il sonno, l'appetito, il dolore e le risposte immunitarie.

Quando il CBD si lega a questi recettori, può influenzare positivamente molti processi nel nostro organismo. Ad esempio, studi hanno dimostrato che il CBD ha proprietà antinfiammatorie, analgesiche e ansiolitiche. 

Può anche aiutare a ridurre l'epilessia resistente ai farmaci in alcuni pazienti.

Mito 1: Il CBD è illegale

Uno dei miti più comuni sul CBD è che sia illegale, proprio come la marijuana. 

In realtà, la legalità del CBD dipende dalla sua origine e concentrazione. Il CBD derivato dalla canapa industriale, che contiene meno dello 0,3% di THC, è legale in molti paesi, inclusa l'Italia.

La legge italiana consente la coltivazione, lavorazione e vendita di canapa e dei suoi derivati, purché il contenuto di THC non superi la soglia dello 0,6%. Quindi, i prodotti a base di CBD legale come oli, capsule o cristalli sono ampiamente disponibili nei negozi specializzati e online come CBDMania.

Mito 2: Il CBD è una droga e crea dipendenza

Un altro mito diffuso è che il CBD sia una droga pericolosa che può creare dipendenza. Niente di più falso: come abbiamo visto, il CBD non ha effetti psicoattivi e non causa "sballo". Inoltre, numerosi studi hanno dimostrato che il CBD non solo non crea dipendenza, ma può addirittura aiutare a combatterla.

Ricerche hanno evidenziato che il CBD può ridurre i sintomi di astinenza da oppiacei e aiutare le persone a smettere di fumare sigarette. 

Può anche essere utile nel trattamento di altri disturbi da uso di sostanze, come l'alcolismo o la dipendenza da cocaina.

Mito 3: Il CBD è una panacea per tutti i mali

All'estremo opposto, c'è chi crede che il CBD sia una sorta di "cura miracolosa" per qualsiasi disturbo o malattia. Sebbene il CBD abbia effettivamente un grande potenziale terapeutico, non è una bacchetta magica. 

Gli effetti del CBD possono variare da persona a persona e dipendono da molti fattori come dosaggio, metodo di assunzione, qualità del prodotto, ecc.

È importante sottolineare che il CBD non sostituisce le terapie mediche convenzionali, ma può essere un valido supporto in alcuni casi. Prima di utilizzare il CBD per scopi medici, è sempre consigliabile consultare un medico esperto che possa indicare il dosaggio e il metodo di assunzione più adatti.

Mito 4: Più CBD si assume, maggiori sono i benefici

Molte persone credono erroneamente che assumere dosi massicce di CBD porti a risultati migliori e più rapidi. In realtà, il dosaggio ottimale di CBD varia da individuo a individuo e dipende da fattori come peso, metabolismo, severità dei sintomi, ecc.

Assumere troppo CBD non solo non aumenta i benefici, ma può addirittura causare effetti collaterali come sonnolenza, diarrea o cambiamenti nell'appetito. 

Gli esperti raccomandano di iniziare con un dosaggio basso (5-10 mg al giorno) e aumentare gradualmente fino a trovare la dose minima efficace.

Mito 5: Tutti i prodotti a base di CBD sono uguali

Con il boom del mercato del CBD, sono comparsi moltissimi prodotti di vario genere: oli, capsule, cristalli, e-liquid, creme, alimenti, ecc. 

Tuttavia, non tutti questi prodotti sono creati allo stesso modo. La qualità del CBD può variare enormemente a seconda della provenienza della materia prima, del metodo di estrazione, della presenza di altri ingredienti, ecc.

Purtroppo, non mancano sul mercato prodotti scadenti o addirittura contraffatti, che contengono poco CBD o sono contaminati da sostanze nocive. 

Per evitare brutte sorprese, è fondamentale acquistare solo da rivenditori affidabili e verificare sempre la presenza di certificati di analisi che attestino la purezza e la concentrazione di CBD.

I fatti scientifici sul CBD

Dopo aver sfatato alcuni dei miti più comuni, vediamo cosa dice la scienza riguardo al CBD e ai suoi potenziali benefici per la salute.

Il CBD può alleviare il dolore e l'infiammazione

Numerosi studi hanno dimostrato che il CBD ha potenti proprietà antinfiammatorie e analgesiche. Può aiutare a ridurre il dolore cronico associato a condizioni come l'artrite, la fibromialgia o le lesioni nervose. 

Uno studio del 2018 ha evidenziato che il CBD può ridurre significativamente il dolore e migliorare la qualità del sonno nei pazienti con dolore cronico.

Il CBD può ridurre l'ansia e lo stress

Il CBD è noto anche per i suoi effetti ansiolitici, cioè la capacità di ridurre l'ansia e lo stress. Studi hanno mostrato che il CBD può aiutare a trattare diversi disturbi d'ansia come il disturbo d'ansia generalizzato, il disturbo da stress post-traumatico o il disturbo d'ansia sociale.

Un famoso studio del 2011 ha evidenziato che il CBD può ridurre l'ansia da prestazione nei soggetti con fobia sociale. 

I partecipanti che avevano assunto CBD prima di un discorso in pubblico hanno riportato meno ansia, discomfort cognitivo e disagio rispetto al gruppo placebo.

Il CBD può trattare l'epilessia resistente ai farmaci

Uno degli usi medici più promettenti del CBD riguarda il trattamento dell'epilessia resistente ai farmaci, in particolare nelle forme pediatriche come la sindrome di Dravet o la sindrome di Lennox-Gastaut. Diversi studi clinici hanno dimostrato che il CBD può ridurre significativamente la frequenza delle crisi epilettiche in questi pazienti.

Nel 2018, l'FDA (l'ente regolatorio americano) ha approvato il primo farmaco a base di CBD, chiamato Epidiolex, per il trattamento delle sindromi di Dravet e Lennox-Gastaut nei bambini a partire dai 2 anni di età. Si tratta di una svolta storica che ha aperto la strada all'uso del CBD in ambito medico.

Il CBD può avere effetti neuroprotettivi

Alcune ricerche suggeriscono che il CBD possa avere proprietà neuroprotettive, cioè possa proteggere i neuroni dai danni e dalla degenerazione. Questo potrebbe avere implicazioni per il trattamento di malattie neurodegenerative come l'Alzheimer, il Parkinson o la sclerosi multipla.

Ad esempio, uno studio del 2014 ha evidenziato che il CBD può prevenire la neurodegenerazione associata alla malattia di Alzheimer in modelli animali. Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi effetti nell'uomo.

Il CBD può supportare la salute cardiovascolare

Alcuni studi hanno suggerito che il CBD possa avere benefici per la salute cardiovascolare. Ad esempio, una ricerca del 2017 ha mostrato che una singola dose di CBD può ridurre la pressione sanguigna a riposo e durante lo stress nei soggetti sani.

Altri studi preclinici hanno evidenziato che il CBD può ridurre l'infiammazione e lo stress ossidativo associati a diverse malattie cardiovascolari come l'aterosclerosi o l'infarto. 

Tuttavia, sono necessarie ulteriori ricerche cliniche per confermare questi effetti.

Conclusioni

In conclusione, il CBD è una sostanza naturale con un grande potenziale terapeutico, supportato da un crescente numero di evidenze scientifiche. Tuttavia, attorno al CBD esistono ancora molti miti e pregiudizi che possono confondere le persone e ostacolare un uso consapevole e sicuro.

Sfatare questi luoghi comuni e diffondere informazioni accurate basate sui fatti scientifici è fondamentale per promuovere un approccio razionale e responsabile al CBD. Solo in questo modo potremo sfruttare appieno i benefici di questa promettente sostanza, migliorando la qualità di vita di molte persone.

Naturalmente, il CBD non è una panacea e non sostituisce le terapie mediche convenzionali. Prima di utilizzare il CBD per scopi medici, è sempre consigliabile consultare un medico esperto che possa indicare il dosaggio e il metodo di assunzione più adatti.

Inoltre, è importante acquistare solo prodotti di alta qualità da rivenditori affidabili, verificando sempre la presenza di certificati di analisi che attestino la purezza e la concentrazione di CBD. Solo così potremo essere certi di assumere un prodotto sicuro ed efficace.

In definitiva, il CBD rappresenta una frontiera entusiasmante per la ricerca medica e una speranza per molte persone che soffrono di diverse condizioni di salute. Continuare a studiare e approfondire questa sostanza ci permetterà di comprenderne meglio i meccanismi d'azione e di sviluppare nuove applicazioni terapeutiche.

Il futuro del CBD è sicuramente promettente, ma richiede un approccio scientifico rigoroso, una regolamentazione chiara e una corretta informazione del pubblico. Solo così potremo distinguere i fatti dai miti e sfruttare appieno il potenziale di questa straordinaria molecola naturale.

Fonti

  • Blessing, E. M., Steenkamp, M. M., Manzanares, J., & Marmar, C. R. (2015). Cannabidiol as a Potential Treatment for Anxiety Disorders. Neurotherapeutics, 12(4), 825-836. 
  • Devinsky, O., Cilio, M. R., Cross, H., Fernandez-Ruiz, J., French, J., Hill, C., Katz, R., Di Marzo, V., Jutras-Aswad, D., Notcutt, W. G., Martinez-Orgado, J., Robson, P. J., Rohrback, B. G., Thiele, E., Whalley, B., & Friedman, D. (2014). Cannabidiol: pharmacology and potential therapeutic role in epilepsy and other neuropsychiatric disorders. Epilepsia, 55(6), 791-802.
  • Iffland, K., & Grotenhermen, F. (2017). An Update on Safety and Side Effects of Cannabidiol: A Review of Clinical Data and Relevant Animal Studies. Cannabis and cannabinoid research, 2(1), 139-154. 
  • Nagarkatti, P., Pandey, R., Rieder, S. A., Hegde, V. L., & Nagarkatti, M. (2009). Cannabinoids as novel anti-inflammatory drugs. Future medicinal chemistry, 1(7), 1333-1349. 
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Pubblicato Da: Marco
Pubblicato Il: 17 giu, 2024

“La mia libertà finisce dove comincia la vostra.” (M. L. King)Informatico di professione, antiproibizionista per passione.

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